I primi soldati Alleati a giungere in Normandia durante la notte sono i Pathfinders, paracadutisti equipaggiati con radiofari con il compito di segnalare agli aerei da traspoto la rotta da seguire. Le prime unità a giungere in Normandia sono le truppe paracadutate. Durante le prime ore del 6 giugno la 6a paracadutisti UK atterra vicino agli obiettivi, il fiume Orne e il ponte sul canale, poi chiamato “Pegasus Bridge”. I quasi mille aerei C-47 che trasportano la 82a e la 101a paracadutisti US incontrano dense nubi sopra la Normandia ed una fortissima opposizione della artiglieria contraerea tedesca. Non riescono a mantenere la coesione delle complesse formazioni di volo e di conseguenza i soldati si lanciano spesso lontano dalle zone pianificate. E’ il caos completo, alcune unità ci metteranno giorni a riaggregarsi.
Poche ore dopo il lancio dei paracadutisti inizia l’atterraggio degli alianti, che portano i rinforzi e gli armamenti pesanti.
I paracadutisti britannici riescono a raggiungere gli obiettivi preposti secondo i piani, mentre le forze americane sono disorganizzate e sparse su un’area molto ampia. Il raggiungimento di alcuni obiettivi si deve allo spirito di iniziativa dei soldati di ogni grado.
Un lato positivo degli errori di lancio delle truppe americane è che inducono il Comando Tedesco a interpretare in un primo momento gli allarmi come piccole incursioni di disturbo. Quando comprende che l’invasione è in atto, sopravvaluta la dimensione delle forze paracadutate, dato che quasi ovunque, tra la strada da Carentan e Montebourg e la costa, sono segnalati paracadutisti che ingaggiano in combattimento le forze tedesche.
Questa mappa mostra le posizioni delle forze tedesche il 6 giugno e le zone di atterraggio approssimative delle forze areotrasportate.
All’alba del 6 giugno ha inizio l’invasione.
A UTAH la prima ondata della 4a divisione US sbarca a pochi chilometri di distanza dal punto programmato a causa di un errore di navigazione dei mezzi da sbarco. Questo errore li porta su una spiaggia poco difesa attraverso cui possono avanzare nell’entroterra per congiungersi con le truppe aereotrasportate e procedere verso la zona di sbarco dove sono attese le successive ondate. La zona di sbarco è stata duramente colpita dal bombardamento aereo e navale e gli ostacoli vengono rimossi per consentire lo sbarco dei rinforzi.
A OMAHA i bombardamenti non riescono a intaccare le difese tedesche. Questo è il settore meglio difeso, anche grazie al terreno, con dune e scogliere più alte rispetto alle altre zone di sbarco. Inoltre è stato ampiamente sottovalutato il contingente della 352a divisione tedesca, superiore alle previsioni per numero e per qualità. Le prime ondate della 29a e 1a divisione US subiscono enormi perdite e con il passare delle ore la situazione non migliora.
La situazione è talmente grave e ci sono così scarsi progressi che l’Alto Comando Alleato considera se dichiarare fallito lo sbarco a OMAHA e dirigere i rinforzi in attesa verso altre spiagge.
La consapevolezza dei soldati di essere destinati a morte certa, se non fossero in grado di superare la linea di difesa tedesca ed avanzare, ha il sopravvento sugli elementi oggettivi e a piccoli gruppi la forza di sbarco si muove oltre la spiaggia.
Solo a fine giornata la testa di ponte ad OMAHA è stabilita e saldamente difesa, anche se con molte ore di ritardo.
A Point Du Hoc i Rangers scalano la scogliera sotto il fuoco nemico per non trovare i cannoni di largo calibro, che costituiscono l’obiettivo della loro missione.
Con GOLD inizia il settore di competenza britannico. A GOLD, SWORD e JUNO la 50a divisione UK, la 3a divisione CA, la 3a divisione UK ed elementi della 79a divisione corazzata UK non incontrano ostacoli maggiori di quelli previsti nonostante la presenza e l’impiego durante la giornata della 21a divisione panzer tedesca ed iniziano a penetrare nell’entroterra stabilendo alla fine del D-Day la testa di ponte più estesa e profonda di tutti i settori. Viene stabilito il collegamento con la 6a divisione paracadutisti UK che costituisce il fianco orientale.
L’effetto sorpresa fu completo e secondo me è possibile affermare che senza questo difficilmente l’invasione sarebbe riuscita.
Se ci si sforza di non considerare l’esito storico, ma si analizzano solo le forze Alleate, i loro successi e insuccessi, la distanza dei rinforzi Alleati e Nazisti dalla zona di invasione (da segnalare per i tedeschi che 1 divisione panzer è in Normandia, mentre altre 3 possono arrivarci in poche ore) difficilmente si scommetterebbe sul successo degli Alleati. A fine del D-Day gli obiettivi più importanti, la presa di Caen e Bayeux, non sono raggiunti e OMAHA è stata uno shock.
Paradossalmente la struttura di comando e la formazione dell’esercito nazista colmò il divario tra un insuccesso e l’esito storico. Fu il Nazismo a fallire in Normandia.
Le forze corazzate tedesche in Normandia erano considerevoli e di buona qualità, mentre gli Alleati avevano pochi mezzi da opporvi, e stranamente non si presentò l’occasione (tranne alcuni episodi).
In base alla informazioni a sua disposizione, Rommel, comandante del teatro di guerra tedesco, era in grado di dirigere queste forze, ma non potè farlo in quanto non erano sotto il suo effettivo controllo, anzi ne poteva disporre solo il Comandante Supremo, Adolf Hitler. Durante la decisiva mattina del D-Day Hitler dormiva profondamente nel suo “Nido dell’Aquila” a Berchtesgaden e nessun ufficiale tra eroi di guerra, consiglieri ed alti ufficiali aveva il coraggio di sfidare la sua ira svegliandolo, “ricordandogli” così i doveri del capo supremo. Questi non sono solo elementi pittoreschi ed ironici di una situazione, ma rappresentano la realtà del Reich nazista.
Dal punto di vista militare si trattava di una struttura verticistica che usava il terrore e l’intimidazione per ottenere obbedienza ed in cui il comandante supremo era ossessionato dalla cura dei dettagli, perdendo di vista il quadro generale. Una cura dei dettagli che mascherava l’incapacità di delegare e riporre fiducia nei propri subalterni. Queste non sono caratteristiche che riguardavano solo Hitler, ma anche molti altri comandanti tedeschi, Rommel compreso sotto alcuni aspetti. Era una organizzazione che impediva la discussione ma professava la sola cieca obbedienza al Fuhrer, figura proposta come semidivina ed infallibile.
Per gli Alleati valeva l’opposto. La democrazia portava a tenere in alta considerazione il valore della discussione di piani e politiche anche tra i diversi gradi e la libera iniziativa del soldato semplice come dell’ufficiale. In combattimento gli Alleati reagivano alla perdita di un ufficiale prontamente, riassegnando l’incarico e concertando l’azione.
I tedeschi non osavano prendere alcuna decisione temendo le conseguenze di ogni azione autonoma che non incontrasse il favore dei superiori.